MAGIE NEI RONDO'

Arte contemporanea, artisti contemporanee, sculture moderne, moderne in acciaio, artista contemporaneo, sculture in ferro

Scultura - installazione ambientale "Monumento alla mente umana",
complesso scultoreo composto da sette elementi realizzati in corten, m 4,7 x 6,5.

"Monumento alla mente umana":
una celebrazione all'ingegno della cultura brianzola"


Il “Monumento alla mente umana” (mt 4,7 x 6,5) è un imponente complesso scultoreo che fonde la leggera eleganza dello sviluppo formale con una notevole profondità semantica: le sette sculture svettano caricandosi dell’energica capacità creativa e produttiva della mente umana. Il complesso scultoreo diviene metafora del lavoratore brianzolo il quale, nel corso dei secoli, ha dimostrato notevoli abilità, sviluppando la nobile pratica della fusione del ferro che ha condotto alla costruzione delle fonderie, fondamentali fonti di sussistenza. La scelta di questo materiale per la realizzazione del “Monumento alla mente umana” è in decisiva corrispondenza con l’aspetto contenutistico di cui esso si avvale. Al centro del basamento circolare, evocazione della terra, madre generatrice dell’umanità e della materia, vi è l’uomo, la cui forma armoniosa ricorda quella di un violino: la mente umana genera forme, idee, innovazioni, unendo la creatività artistica alle abilità manuali. L’essere umano riesce così a dominare l’austerità della terra con ingegno e fatica, così l’artista plasma una materia dura e pesante come il ferro, trasformandola in leggiadre figure. Accanto all’uomo emerge la fondamentale presenza della donna, la cui sagoma tondeggiante suggerisce l’idea di gravidanza, di germinazione e generazione della nuova vita. Altre cinque forme si dispongono a rotazione: una di esse rivela l’elegante imponenza di un grifone rampante, altre svettano fluide e slanciate con le loro guglie, altre due, simili e di dimensioni inferiori, ricordano strutture di lucide carrozzerie motociclistiche. Paolo Polli è giunto ad un risultato di sublime efficacia espressiva: la sintesi formale, nella sua lucida linearità, permette di svelare la pura essenza del reale, conducendo lo spettatore alla scoperta della relazione di reciprocità tra significante e significato. La forma circolare della base di appoggio accompagna l’osservatore in un percorso visivo dinamico, dove egli potrà godere della reciproca interazione energetica tra le singole opere. Ogni forma non è quindi un elemento a sé stante, ma parte inscindibile di un insieme organico e coerente, dotato di forze che sembrano sprigionarsi dalla riverberante lucidità, dalle slanciate curve e dalle ariose cavità delle strutture metalliche. L'intensa carica suggestiva propria di quest'opera è ulteriormente avvalorata dal sapiente utilizzo delle fonti luminose: alcune sorgenti artificiali, strategicamente poste all'interno delle forme scultoree, sprigionano una potente carica emozionale durante le ore notturne. Il "Monumento alla mente umana" rivela così il suo aspetto nascosto, mutando i suoi elementi in percezioni oniriche, misteriose, vaganti. La creazione sembra pertanto rivelare le due dimensioni proprie della mente umana: la razionalità e l'inconscio. La compenetrazione dell'aspetto dualistico dell'individuo, trova riscontro nella teoria della mente bicamerale, secondo la quale il cervello umano presenta una componente razionale-scientifica (emisfero destro), unita ad un aspetto istintivo-artistico (emisfero sinistro). Possiamo quindi leggere il complesso scultoreo come una duplice rivelazione di questi due aspetti: il giorno mostra la predominanza della ragione e dell'ingegno scientifico; la notte fa emergere la dimensione complementare ed opposta, in cui dominano le qualità emozionali e poetiche, le pulsioni ed i sogni.

Dott.ssa Irma Zerboni

Arte contemporanea, artisti contemporanee, sculture moderne, moderne in acciaio, artista contemporaneo, sculture in ferro

Relazione tecnico-artistica dell’opera Monumento all’Uomo
del Maestro Paolo Polli


La grande scultura-installazione dal titolo “Monumento all’Uomo” (con il logico e naturale completamento del titolo tramite queste semplici ma al tempo stesso pregnanti e quanto mai significative parole: “… come Mente”), da collocare ad Annone Brianza, sta a significare, per quanto riguarda la sua più profonda e autentica simbologia estetico-rappresentativa, la grande e costante evoluzione tecnica e scientifica che ha avuto nel corso del tempo nell’ambito del nostro territorio, inteso sia come Brianza lecchese sia come Provincia di Lecco, dal capoluogo alla Valsassina con l’intera zona montana, dal lungolago a Colico e a tutto l’alto Lario fino ai confini con la Valtellina e con la Provincia di Sondrio. Un’evoluzione, insieme tecnica e scientifica, ma anche, inevitabilmente, sociale, economica, di abitudini, di tradizioni e di costumi, che ha avuto nel passato e, in parte, ha tuttora come principale motore propulsore dello sviluppo il creativo utilizzo, da parte della laboriosa gente brianzola, lariana e valsassinese, di un materiale povero e allo stesso tempo anche molto nobile come il ferro, come, d’altra parte, dimostra tutta la storia umana, a partire dall’epoca dei metalli, se non, addirittura, dagli albori della nostra comparsa-evoluzione come uomini sulla faccia della Terra, quindi dalla stessa preistoria, fino ai nostri giorni. Un’evoluzione che, oltre a questo, cioè l’utilizzo del ferro, annovera tra le principali cause e spinte al grande e continuo progresso del nostro territorio, la grande tenacia con la quale i brianzoli e tutti i lecchesi hanno saputo lavorare, amalgamare, decorare e vezzeggiare questa importante materia, cioè il ferro. Materia che ha poi portato a tutto il territorio la grande ricchezza di oggi. Ricordiamoci, infatti, che la nostra zona è universalmente riconosciuta come una delle più ricche e delle più importanti dell’intera Europa, se non addirittura del mondo intero, sia dal punto di vista economico, sia da quello sociale e sia, infine, dal punto di vista culturale. A volte, è vero, questa materia, il ferro, si è ribellata all’uomo, con conseguenze anche molto gravi, drastiche e negative, come sono, sono sempre stati e sempre lo saranno, gli incidenti sul lavoro, incidenti che hanno accompagnato, quasi come un fatale e necessario corollario di sacrifici e di dolori umani e familiari questo crescente benessere economico e sociale delle nostre popolazioni. Ma ecco che la mente umana è sempre riuscita, alla fine, a governare la materia e, quindi, a circoscrivere e contenere il più possibile le conseguenze negative della lavorazione del ferro e, più in generale, del lavoro in se stesso. E allora, quale modo migliore per esprimere il forte, indissolubile connubio tra l’uomo e la materia, se non quest’energica e insieme delicata opera, “Monumento all’Uomo”, che esprime nelle sua composizione tutta la laboriosità della nostra gente, con queste forme nelle quali si possono intravedere tutti i mestieri umani e l’uomo stesso, nel momento in cui sta per essere sopraffatto dalla materia, senza tuttavia esserlo poi realmente? Ma alla fine, e questo vuol dimostrare l’opera, la mente umana è sempre in grado di dominare la materia e la natura, come pure il lavoro e l’umana manipolazione della materia stessa. E questo soprattutto se l’uomo sa rispettare la più autentica e più intima essenza della materia e del proprio lavoro, che deve in ogni occasione essere in piena sintonia con le rigide leggi della natura. Per quanto riguarda l’aspetto tecnico dell’opera ed entrando anche nei suoi dettagli, diciamo che si tratta di 7 pezzi in Corten posti sulle fondamenta di un basamento in cemento armato di 6 m. di diametro e di 30 cm. di altezza. Dal basamento sporgeranno le basi per i singoli pezzi più alte di 30 cm. con tiranti in ferro che andranno ad affondare nel cemento (con calcoli già predisposti dai tecnici per il vento e per la stabilità e la messa in sicurezza dell’opera stessa) e con 8 faretti perimetrali che illumineranno adeguatamente l’intera struttura. La ditta sponsorizzatrice poserà poi, a sua volta, 4 loghi della propria azienda, delle dimensioni di circa 1 m. per 40 cm. ognuno, con profondità di 10 cm., illuminati dall’interno, che sporgeranno dal terreno di 20 cm. sull’aiuola. I 7 pezzi scultorei che compongono il monumento-installazione, raffiguranti un uomo sopra la materia, una donna accanto ad esso (la donna, cioè, che è sempre presente e protagonista, al pari dell’uomo, della continua e potente evoluzione della nostra specie nel mondo), e la materia attorno a loro, materia raffigurata dagli altri 5 pezzi, più quello su cui si erge l’uomo, che spaziano, nella loro simbologia, dall’emblematica rappresentazione ferro a quella del vento, avranno all’incirca, una volta posati nella loro sede, le seguenti dimensioni: 2 pezzi raffiguranti la materia: 4 m. e 60 cm. ciascuno 1 figura di uomo su materia: 3 m. e 70 cm. 1 pezzo raffigurante la materia: 2 m. e 45 cm. 1 figura di donna accanto all’uomo: 1 m. e 80 cm. 1 pezzo raffigurante la materia: 1 m. e 70 cm. 1 pezzo raffigurante la materia: 1 m. e 30 cm. Nei numerosi “ricami” che ornano i singoli pezzi del monumento, sia in senso estetico sia anche in modo strutturale e funzionale (pensiamo, ad esempio, alle non indifferenti sollecitazioni quotidiane del vento sull’intera struttura), ognuno può vedere quello che ritiene più opportuno, come, in realtà, deve sempre avvenire relativamente alle opere d’arte, anche se poi concretamente non sempre è così. Perciò ci sarà chi intravede nei particolari dell’intera struttura oppure in quelli dei singoli pezzi che compongono l’intera scultura-installazione un pappagallo, chi ci vedrà, sempre legittimamente, un cavallo, chi altri esseri e chi altre cose. Come si diceva, un omaggio alla Brianza e all’intera Provincia di Lecco, alle numerosissime acciaierie, trafilerie, coltellerie e altre industrie e aziende del settore protagoniste della riscossa economico-sociale nelle nostre zone (pensiamo, per i primi due esempi soprattutto alla Brianza e alla città di Lecco, per le coltellerie all’alta Valsassina), e un richiamo a tanti monumenti in ferro, o anche in materiali simili, e a tante altre opere dell’ingegno umano sparse per tutto il mondo e non solo in Brianza, nel Lecchese o in Italia, dalla parigina Tour Eiffel al famoso ponte Giovanni da Verrazzano a Brooklyn, New York (USA), dal Golden Gate Bridge di San Francisco in California, sempre negli Stati Uniti d’America, al nostro, certo ben più modesto ma per noi ugualmente importante e significativo, se non di più, ponte di Paderno d’Adda. Per quanto riguarda il materiale con cui è realizzata l’opera, si tratta del Corten, un composto metallico particolarmente suggestivo dal punto di vista estetico e, al contempo, anche molto funzionale dal punto di vista pratico-tecnico, in quanto esso è un acciaio con resistenza migliorata alla corrosione atmosferica di ben quattro volte superiore rispetto agli altri normali acciai con analoghe caratteristiche meccaniche. Esso, infatti, non arrugginisce con il passare degli anni, pur essendo quotidianamente sottoposto, come sarà nel caso dell’opera “Monumento all’Uomo”, alla micidiale corrosione dei vari agenti atmosferici, dalla pioggia all’inquinamento dell’aria, e mantiene inalterata nel tempo un’elegante e piacevole patina bruna. Il Corten è tecnicamente un acciaio, in regola con le precise e quanto mai severe norme europee, a cui sono stati aggiunti particolari elementi di leghe metalliche, soprattutto in combinazione con il rame, tali da creare sulle lastre di questa singolare forma di acciaio uno strato autoprotettivo di ossido che impedisce alle lastre stesse di arrugginire, pur mantenendo sulla superficie, come si diceva, una gradevole tonalità color ruggine. E questo grazie, appunto, alla formazione di quella particolare patina autoprotettiva superficiale molto aderente che ne caratterizza l’uso, tanto che oggi esso viene ormai utilizzato frequentemente da molti artisti, sia scultori sia urbanisti e sia, infine, architetti, a livello italiano quanto a livello internazionale, come è dimostrato nelle nostre zone, ad esempio, in sculture e monumenti presenti a Cantù e a Vimercate. Un’opera quindi, il “Monumento all’Uomo… come Mente”, non solo imponente nelle dimensioni, ma anche per la forza espressiva e il profondo significato storico e sociale che esso rappresenta al cospetto della gente di oggi e, allo stesso tempo, delle future generazioni di lavoratori e cittadini.

Il pittore e scultore
Paolo Polli